Queste foto scattate in Portogallo, tra Lisbona e Sintra, sono il primo capitolo di sorta di racconti, una serie di storie ambientate in diverse città d’Europa.
Da alcuni anni porto sempre più la mia attenzione al modo in cui le persone camminano. Guardando coloro che mi sopravanzano nelle strade mi accorgo di come la postura, l’andatura, l’ampiezza del passo, il modo di portare avanti una gamba crei una sorta di “impronta” caratteristica di quella persona. Il corpo parla di sé e questo discorso si deposita in una fotografia. Sorprendentemente, ma forse non poi tanto, anche in una fotografia ripresa con tempi lunghi di esposizione. Anche di spalle. Ma cosa dicono in realtà questi corpi? Al di là del dato puramente fisico è difficile farsene un’idea. Però questo discorso sfuggente accende teorie, supposizioni, fantasie, invenzione di storie. Un gesto, una pausa, un vestito diventano lo spunto per immaginare vite delle quali non sappiamo nulla. Eppure potrebbero essere proprio così.

These photos taken in Portugal between Lisbon and Sintra are the first chapter of a sort of narrative, a series of tales about different European cities.
For many years I have observed the way people walk more closely. By watching those who pass by on the streets I notice how comportment, type of walking, length of stride and the way of putting a leg forward creates a kind of “printing” characteristic of that person. The body “speaks for itself” and this is saved in a photo. Surprisingly, but perhaps not too much, even in a photo taken with a long time exposure. From the back too. But what do these bodies really relate? Apart from the purely physical aspect it’s hard to have an idea. However this evasive topic raises theories, suppositions, phantasies and invents stories. A gesture, a pause, a garment become the chance to imagine lives about which we know nothing. Although they could be just like that.
Life is a novel... or a short story at least
Helen
Il mio ragazzo mi ha lasciata ma non ho avuto la reazione che mi sarei aspettata. Invece di deprimermi mi sono ritrovata in un tempo sospeso, in un presente vuoto ma non neutro. Una sensazione di strana calma che era anche attesa di qualcosa. Come un vaso che, appoggiato sul tavolo, sia pronto ad accogliere i fiori. Ho chiuso la mia casa, comprato una macchina fotografica e ho lasciato Dublino per fare un viaggio in Europa. Vivo il mio presente sospeso, osservando il mondo intorno a me, soprattutto le persone che mi fermo a fotografare scambiando con loro qualche parola.
Riempio di fiori il mio vaso.

Helen
My boy friend has left me but I haven’t reacted as expected. Instead of being depressed I found myself suspended in time, in an empty but not neutral present. A sensation of strange calm which was also waiting for something. Like a vase standing on a table waiting for flowers.
I closed up my house, bought a camera and left Dublin to make a trip to Europe. I live in my suspended present, observing the world around me, above all the people I stop to photograph and exchange a few words with them.
I am filling my vase with flowers.
Krista
Succeda quel che succeda sono venuta fin qui. Il mio cuore è affaticato ma non sconfitto. Ho richiesto il sequenziamento del Dna non per conoscere perché il mio cuore sia invecchiato così presto ma per sapere chi sono. La storia delle mie origini, inscritta nei geni, risale fino al Seicento e approda in Portogallo.
Sono qui, con i miei passi incerti e faticosi ma con il senso di una continuità che li fa a volte leggeri. Sono qui e ogni colore, ogni profumo, ogni sapore si fa più intenso.
Sono qui e mi chiedo: «Avrò presto un cuore nuovo o questo è forse un addio?».

Krista
Whatever happened I got here. My heart is weary but not overcome. I’ve asked for a DNA sequence not to know why my heart has aged so soon but to know who I am. The history of my origin written in genes goes back to the seventeenth century and ended up in Portugal.
I am here with my faltering and tired footsteps but with a sense of continuity that sometimes lightens them. I’m here and every colour, every scent, every taste becomes stronger. I am here and ask myself “Will I have a new heart soon or is this perhaps a goodbye?
Lucio
Quando arrivò la crisi lavoravo come contabile e nel 2009 chiudemmo i battenti. All’epoca eravamo la P dell’infame acronimo Pigs e un contabile non era esattamente il lavoro più richiesto. Così quando mia cognata mi chiese di aiutarla per organizzare la festa di compleanno del figlio accettai. Mio nipote mi stava simpatico ma sottovalutai l’impresa: avere a che fare con un bambino di otto anni piuttosto che con una tribù di coetanei invasati  è come passare da una pioggerella ad un uragano. La notte dopo la festa dormii dodici ore filate. Al mio risveglio però ammisi però che mi ero divertito più la sera precedente che nei cinque anni passati in ufficio da contabile.
Così è iniziata la mia carriera di animatore. Ecco perché stasera mi vedete attraversare il
Rossio indossando un costume da scimmione rosa.

Lucio
When the crisis came I was working as a book-keeper and we closed down in 2009. At that time we were the P of the infamous acronym PIGS and a book-keeper wasn’t really the most sought after job. So when my sister-in-law asked me to help her organize a party for her son’s birthday I accepted. I liked my nephew but under estimated the task: managing a child of eight rather than a tribe of possessed children of the same age was like going from light rain to a hurricane. The night after the party I slept for twelve hours straight. However when I woke up I had to admit that I had enjoyed the previous evening more than the five years spent in the office as a book-keeper.
Thus my career as an entertainer began. This is why you see me walking through the
Rossio wearing a pink monkey costume.
Letícia
Mi chiamo Letícia, lavoro a
Pálacio da Pena a Sintra e, devo proprio dirvelo, i turisti non li sopporto. Non sopporto i loro sandali, le camicie hawaiane, i panini mangiati stando stravaccati dappertutto. Per di più oggi mi tocca stare nel chiostro manuelino dove si sono riversati tutti per la pioggia. Si è formato un unico mostruoso millepiedi che odora di cane bagnato.
Per fortuna ho la danza, specialmente nei giorni in cui mi esibisco nei locali. Tra poco finirà il mio turno qui. Via a casa, una doccia e poi sul palco. Niente divisa, completamente libera. Quando ballo gli occhi sono tutti su di me e mi seguono con un’attenzione che non compare mai nei turisti che vagano nel
Pálacio con lo sguardo all’insù. La pole dance è la mia vita.

Letícia
My name is Leticia, I work at the
Palácio da Pena at Sintra and where, I must say, I can’t stand the tourists.
I can’t stand their sandals, the hawaiian shirts, the sandwiches eaten hanging out everywhere. What’s more today I have to work in the “manuelino”
cloister where they all sheltered from the rain. One whole huge monstrous centipede that smells like a wet dog.
Luckily I have dancing, especially on the days when I’m performing in the clubs. Soon I will finish my shift here. Go home, shower and then onto the stage. When I dance all eyes are on me watching me closely as never seen in the tourists who wander round the Palácio gazing upward. Pole dancing is my life.
Afya e Zalika
Amo il mio Paese, amo il suo paesaggio forte e scarno anche se alcuni potrebbero dire che non c’è nulla da vedere. Ma in questo “nulla” potevo scorgere ciò che era nascosto e percepire ciò che non si poteva vedere.
Amo il mio paese ma sono dovuta fuggire. Quando sono arrivati i ribelli io e mia cugina Zalika abbiamo lasciato tutto, attraversato il deserto e siamo arrivate in Europa. Abbiamo sofferto e e siamo passate in molte città e infine siamo arrivate a Lisbona, affacciata su un fiume che sembra il mare e dove ci sono angolani, capoverdiani, guineani e mozambicani da tante generazioni. A poco a poco abbiamo messo su un piccolo commercio ambulante e a modo nostro siamo delle imprenditrici. Creiamo vestiti con le stoffe di tutte queste nazioni, conosciamo tantissima gente e portiamo i colori per le strade di Lisbona.


Afya e Zalika
I love my country, its powerful and unadorned landscape even though some might say there is nothing to see. But in this “nothing” I was able to identify hidden things and perceive what was unseen.

I love my country but had to flee. When the rebels came my cousin Zalika and I left everything, crossed the desert and got to Europe. We suffered and went through many cities finally arriving in Lisbon. A city lying on a river like the sea and where for many generations people from Angola, Capo Verde, Guinea and Mozambique live. Bit by bit we built up a small travelling shop and in our way are entrepreneurs. We create dresses with material from all these nations, we know lots of people and bring colour to the streets of Lisbon.

Juan e Corinne
Non mi aspettavo più molto dalla vita. Ci avevo provato, mi ero agitato ma poi, come un insetto caduto in un bicchiere, avevo ceduto ed ora mi lasciavo cadere verso il fondo. Tutte le mattine mi alzavo e non facevo che camminare fino a tarda notte quando, sfinito, rincasavo e mi rimettevo a dormire. E così ogni giorno. Una sera mi sono seduto su una panchina al
Miradouro São Pedro, per riposarmi prima di ripartire per i miei vagabondaggi notturni. Dopo qualche minuto una ragazza si è seduta vicino a me con un libro. Ci siamo ritrovati a parlare e poi a camminare mentre scendeva la notte. Corinne ha guardato dentro di me, ha visto cose che non pensavo di possedere e le ha fatte emergere. Da quella sera viviamo insieme.

Juan e Corinne
I didn’t expect much from life. I had tried and moved about but then, like an insect falling into a glass, I gave up and now I let myself fall down towards the bottom. Each morning I got up and didn’t do anything but walk until late at night and then exhausted, I went home and slept. Every day was the same. One evening I sat on a bench at the
Miradouro São Pedro to rest before renewing my nocturnal wandering. After a minute a girl with a book came and sat next to me. We began talking and then walking as night fell. Corinne looked inside me and saw things I didn’t know I had and she brought them out. We’ve lived together since that night.



Quando sono con Corinne...
When I’m with Corinne...
Io lei e il mondo...
She and I and the world...

Siamo una cosa sola.
Are one.
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